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Dal 9 all’11 settembre Fuori Contesto ha partecipato a MOVING BEYOND INCLUSION, una tre giorni dedicate alla danza inclusiva all’interno del Oriente Occidente Dance Festival a Rovereto.
Seminari e workshop hanno avuto protagonista la danza che include e coinvolge i corpi “diversi”, un punto di incontro tra artisti abili e disabili, ponendosi cosi come la prima tappa di un percorso biennale di confronto, formazione e produzione artistica sulla danza inclusiva.

Il progetto MOVING BEYOND INCLUSION è cofinanziato dall’Unione Europea attraverso il bando Creative Europe, vede come referente dell’iniziativa OrienteOccidente per l’Italia ed promosso insieme ad altri cinque partner: la Candoco Dance Company (Regno Unito), la Producentbyran Goteborg Danskompaniet Spinn (Svezia), il Croatian Institut for Movement and Dance (Croazia), il Tanzfähig Berlin (Germania) e il BewegGrund (Svizzera).

Il progetto mira a sviluppare le capacità, le competenze e la partecipazione del pubblico nel settore professionale della danza inclusiva con artisti abili e disabili. L’obiettivo è quello non solo di favorire l’accesso delle persone disabili alle esperienze artistiche, ma di promuovere un percorso innovativo dalla formazione professionale alla produzione di nuovi spettacoli da presentare al pubblico, garantendo che il cambiamento sia sostenibile e non costituisca un episodio isolato, ma possa essere considerato l’avvio per un processo che rappresenti una vera e propria integrazione tra abili e disabili nella pratica coreutica.

A questo scopo dal 2015 è attiva #UNLIMITED, una rete nazionale che racchiude nel suo manifesto d’intenti l’istituzione e la promozione di azioni e buone pratiche sull’accessibilità alla formazione, alla pratica, agli spazi dell’arte e dello spettacolo e che trae spunto dall’analogo movimento anglosassone che valorizza il limite come una risorsa in grado di innalzare il livello artistico e coreografico della danza inclusiva.
I partner che ad oggi hanno aderito alla rete sono: Ottavo Giorno, Il Cortile, Balletto Civile, Sosta Palmizi, Diversamente in Danza, Collettivo Clochart, Centro Sperimentale Danza Teatro, MUVet, Aristide Rontini, Pierluigi Zonzin e Piera Principe.

Nel corso delle conferenze e incontri, che hanno avuto luogo nelle tre mattinate presso le sale dell’Urban Center, è intervenuta anche la nostra Associazione Fuoricontesto, ponendo interrogativi volti a considerare il confine tra la validità sociale e quella culturale dei progetti in riferimento alla danza inclusiva, ed inoltre ponendo l’accento sulle possibilità e prospettive in merito alla partecipazione attiva dell’artista disabile inserito in tale processo artistico.
Una prima occasione per accendere i riflettori sulla pratica della danza inclusiva, pertanto, coinvolgendo le istituzioni nel dibattito e aprendo un confronto sulle differenti iniziative e pratiche artistiche esistenti tra i mondi anglosassone, tedesco, svedese, croato, svizzero e l’area del Mediterrraneo e diverse sono state le realtà che i relatori internazionali intervenuti e partner del progetto europeo Moving Beyond Inclusion hanno illustrato.

A partire dalle politiche, finanziamenti e formazione per l’artista disabile per arrivare alle best practice europee, e concludere quindi con la Carta di Rovereto – promossa da Oriente Occidente e dai partner della rete italiana #Unlimited con l’appoggio e il sostegno del Comune di Rovereto e dalla PAT – Servizio Politiche Sociali – ovvero la proposta di un censimento degli artisti, delle compagnie e delle associazioni operanti in Italia su progetti di formazione e creazione artistica coreutica con persone, disabili.una rete nazionale che racchiude nel suo manifesto d’intenti l’istituzione e la promozione di azioni e buone pratiche sull’accessibilità alla formazione, alla pratica, agli spazi dell’arte e dello spettacolo e che trae spunto dall’analogo movimento anglosassone che valorizza il limite come una risorsa in grado di innalzare il livello artistico e coreografico della danza inclusiva.

La prima giornata ha rappresentato l’occasione per interrogarsi su quali siano le azioni e i programmi in grado di sostenere la pratica artistica per quei danzatori disabili che ambiscano ad una professionalizzazione con una particolare attenzione al quadro normativo di riferimento in Italia e all’estero.
Relatori della prima giornata Yvonne Schmidt, ricercatrice dell’Università di Zurigo, Abid Hussain, direttore del Dipartimento Diversità dell’Arts Council e Alessandro Pontremoli membro della Commissione Consultiva Danza del MiBact.
Nella seconda giornata l’attenzione è stata incentrata sulle realtà testimoniate da tre compagnie europee: Candoco Dance Company (Regno Unito), Danskompaniet Spinn (Svezia) e BewegGrund (Svizzera), che rappresentano tre eccellenze della produzione artistica di spettacoli con danzatori abili e disabili, grazie agli interventi di Stine Nilsen, Tanja Erhart, Veera Suvalo Grimberg e Susanne Schneider.
Esattamente sui concetti rappresentati dalla compagnia inglese, che è importante considerare quale assoluto punto di riferimento da oltre vent’anni nel settore professionale della danza inclusiva, e condivisi comunque con la totalità dei partner nel progetto Moving beyond inclusion, è stato necessario ragionare.
Espressioni quali: “What dance can be”, “Diversity is a strength and an exciting part of life” hanno dato l’adeguato stimolo per l’ultima giornate concretizzando un momento di confronto guidato da Oriente Occidente e dai partner della rete e dedicato alle proposte italiane per l’istituzione di una piattaforma che raccolga le diverse realtà presenti sul territorio nazionale e le istanze proponendo modalità di attuazione di linee guida territoriali.

Moving Beyond Inclusion ha comunque anche posto l’attenzione sull’aspetto pratico e formativo con #Unlimited Workshop, due giorni di laboratorio rivolto a danzatori abili e disabili con aspirazioni professionali nel campo della danza inclusiva, dove , condotto da coreografi e danzatori appartenenti alle compagnie della rete italiana. Fuori Contesto ha partecipato con Emilia Martinelli a e Giacomo Curti che si sono misurati con conduttori dei workshop provenienti da tutta Italia, come Michela Lucenti e Maurizio Camilli per Balletto Civile; iera Principe e Michele Comite;Gaia Germanò, Giuseppe Cuminiello e Emanuel Rosemberg per Sosta Palmizi; Laura Banfi per il Cortile; Domenico Santonicola; Marina Giacometti per Ottavo Giorno.

Notevole è sta la partecipazione con danzatori, provenienti da tutta Italia e selezionati attraverso curriculum, tanto da aver superato il numero massimo previsto dagli organizzatori, e ha portato alla necessità di trovare un ulteriore spazio dove svolgere l’attività, oltre a quello gia precedentemente individuato.
In concreto, comunque, ilIl workshop ha costituito la possibilità di misurarsi in quella che è stata la prima tappa di un progetto che prevede una proposta di formazione intensiva per un gruppo selezionato e la realizzazione di una performance per OrienteOccidente Dance Festival 2017.

L’ultimo atto, di questa manifestazione, è andato in scena domenica 11 settembre. Un occasione performativa con la prima nazionale di “Trio” all’Auditorium Melotti della Compagnia svedese Spinn, la prima compagnia di danza inclusiva in Svezia. Uno spettacolo che parte dal presupposto che ogni momento della vita è nuovo e unico; danzatori abili e disabili entrano in contatto tra loro attraverso un vocabolario espressivo fatto di danza, prove, dialoghi e sogni.

In conclusione, questa prima tappa di Moving beyond inclusion, ha dunque impegnato OrienteOccidente per un progetto completo che intende favorire l’accessibilità, l’integrazione e l’inclusività degli artisti disabili non soltanto per quanto concerne l’ambito coreutico, ma anche l’attenzione alle varie realtà territoriali e alle rispettive attrattive culturali.

By Giacomo Curti