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Il linguaggio fotografico e’ polisemantico e coinvolge profondamente la soggettività di ognuno. Attraverso i meccanismi della proiezione e dell’identificazione e’ possibile, infatti, superare la realtà oggettiva per entrare in una realtà immateriale in cui “l’altro siamo noi” con la sua forza e la sua fragilità. La fotografia, infatti, può aiutare a focalizzare il proprio punto di vista e anche a spostarlo su altro. La fotocamera è in grado di mostrare come si cambia il punto di vista semplicemente cambiando inquadratura, se poi questo lo si fa aiutati dalla drammatizzazione si ha veramente la possibilità di mettersi in gioco personalmente, ed inoltre di passare con sguardo e corpo “dall’altra parte”, in un altro personaggio, con la sua storia e le sue fragilità.

Obiettivo del laboratorio è quindi esplorare, diversi punti di vista, per facilitare le relazioni e l’incontro con le differenze, l’accettazione di sé e la curiosità verso l’altro, al di là dei pregiudizi. Un lavoro che va a scovare la particolarità di ognuno, e valorizza il pensiero di ognuno, anche confrontandolo con quello degli altri.

Il testo scelto per la drammatizzazione e per la realizzazione del prodotto finale, il foto racconto, sarà selezionato dal gruppo classe, tra una rosa di libriTutti questi testi, danno versioni differenti e a volte contraddittorie sugli argomenti trattati, portando i ragazzi a sviluppare l’idea che ogni individuo ha le sue convinzioni sulla vita, e che ognuna di queste è vera in quanto personale e giusta per se. Inoltre offrono la possibilità di ragionare sulla propria vita e la propria realtà.

Tutti i laboratori finiscono con una domanda: “E TU?” che va a sviluppare il senso critico dei partecipanti portandoli a ragionare su se stessi e su se stessi in relazione agli altri.